La magia dei Tarocchi - Biblioteca Comunale - Comune di Lugo

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La magia dei Tarocchi

 

I tarocchi

I Tarocchi o Trionfi sono un mazzo di carte molto simili alla normali carte da gioco: entrambi possiedono quattro semi numerati dall’asso al dieci. Nei tarocchi, i semi sono conosciuti con il nome di Arcani Minori e sono costituiti da Coppe, Spade, Bastoni e Denari.

Diversamente dalle normali carte da gioco, ogni seme ha quattro carte reali: re, regina, cavaliere e fante, portano a 56 il numero degli Arcani Minori.

Oltre agli Arcani Minori, i Tarocchi possiedono 22 carte conosciute come Arcani Maggiori che non appartengono a nessun seme e hanno una numerazione a parte:

Matto, Bagatto (o Mago), Papessa, Imperatrice, Imperatore, Papa, Innamorati, Carro, Giustizia, Eremita, Ruota della Fortuna, Forza, Appeso, Morte, Temperanza, Diavolo, Torre, Stelle, Luna, Sole, Giudizio (o Angelo), Mondo.

L’origine del gioco del Tarocco

Il gioco del Tarocco è stato ripetutamente oggetto di studio nel corso dei secoli, il significato delle figure e la sua utilizzazione ha da sempre stimolato la curiosità degli storici dell’arte e letterati.
L’origine molto probabilmente risale alla metà del XV secolo nell'Italia settentrionale, inventato per la nobiltà di Ferrara e Milano e poi diffuso nel resto d’Europa. L'apparizione delle carte da gioco in Europa fu infatti uno stimolo creativo per pittori e miniatori, che furono in grado di produrre veri e propri gioielli d’arte; le documentazioni più interessanti del Quattrocento giunte fino a noi seppur pochissime, sono quasi tutti mazzi miniati, prodotti per le corti dei Visconti, Sforza o Estensi.

Ma per quanti libri siano stati scritti sull’argomento, ancora oggi, a quasi cinque secoli dalla sua prima apparizione, questo gioco rappresenta un mistero assoluto.

 

In origine i tarocchi erano sicuramente un grande gioco di memoria che racchiudeva le meraviglie del mondo visibile e invisibile e forniva ai giocatori istruzioni di ordine tanto fisico, quanto morale. La serie delle virtù (Forza, Prudenza, Giustizia e Temperanza) ricordava loro importanti precetti etici; la serie delle condizioni umane (Imperatore, Imperatrice, Papa, Matto e Giocoliere) rammentava la gerarchia alla quale era soggetto l’uomo; quella dei pianeti (Stelle, Luna, Sole) alludeva invece alle forze celesti che assoggettavano gli uomini, sopra le quali era concepito l’Universo retto da Dio. Un aspetto pedagogico dell’iconografia dei tarocchi che costituisce per noi, spettatori moderni, un documento significativo delle conoscenze astrologiche del tempo, delle credenze religiose e della concezione del mondo dell’epoca.

Un cambio di rotta avvenne già all’inizi del Cinquecento quando sull’aspetto didattico-morale del gioco prese presto il sopravvento l’utilizzazione ludica dei tarocchi.

Con la Controriforma, i tarocchi, insieme al gioco delle carte tradizionale e al gioco dei dadi furono reputati gioco e d’azzardo e la Chiesa intervenne per reprimerli, nonostante l’accesa condanna i tarocchi continuarono però a diffondersi, tanto che ci fu un preciso mutamento dell’iconografia delle figure, che si trasformarono di regione in regione e furono importati anche in Francia, dove fu inventato per esempio il tarocco “Marsigliese”.

La nascita dei tarocchi come strumento magico, legato prevalentemente alla predizione del futuro è invece da ricondurre quasi sicuramente alla fine del Settecento, .ad opera di un “archeologo” francese a quell’epoca molto famoso, Antoine Court de Gébelin, che, riferendosi ai mitici Libri di Thot (lasciati sulla terra dal dio egizio Thot), fece risalire i tarocchi all'Antico Egitto.

In quell’epoca l’Egitto andava di gran moda tanto che secondo il professore francese, Jean-Baptiste Alliette, meglio noto come Etteilla, il tarocco era un antico libro egiziano le cui pagine racchiudevano il segreto di una medicina universale, legata alla creazione del mondo e al divenire della razza umana.

Nell’ottocento un nuovo impulso arrivò con l'occultista Eliphas Lévi, che indicò la loro origine nella Cabala ebraica, portando di nuovo in auge quelle scienze occulte che a seguito dei processi d’Inquisizione e alla nascita del razionalismo scientifico erano state relegate a pratiche superstiziose.

Le teorie di Levi furono riprese da numerose fratellanze occultistiche e ognuna realizzò un mazzo di tarocchi conforme alla propria filosofia

Intorno al 1850 la divinazione dei tarocchi e le carte da gioco in generale era ormai divenuta una tecnica divinatoria estremamente popolare in tutta Europa.

Nel corso dell’Ottocento vennero stampati, tra Francia, Italia e Germania mazzi originalissimi, nella maggior parte dei casi utilizzati più per l’interpretazione dei sogni o per la Cabala del Lotto.

Si può dire che da allora questa moda non abbia mai conosciuto crisi e che anzi sempre più si sia arricchita di opere di estrosi grafici o pittori che hanno contribuito a caratterizzare le carte con sensibilità artistica e gusto estetico.

Curiosità Tarocchino Bolognese

La presenza a Bologna di carte di Trionfi è testimoniata nel XV secolo da diversi documenti, presso Palazzo Poggi in via Zamboni, alcuni affreschi dipinti da Niccolò Abbate (1512-1571) raffigurano uomini e donne intenti a diversi passatempi; uno di questi è il gioco delle carte e si riconoscono facilmente il Sei di Denari, il Sei di Spade e il Quattro di Bastoni. Di tutti gli antichi giochi dei Tarocchi un tempo diffusi in Europa, il Tarocchino bolognese viene ancora giocato, conservando strutture e regole pressoché invariate. Il mazzo del Tarocchino bolognese è composto da 62 carte suddivise in cinque pali o semi: coppe, denari, spade, bastoni e trionfi. E' un gioco di risposta al seme, simile al Tressette, al Marafone romagnolo, ai Trionfi ferraresi e al Bridge, utilizza il quinto seme, cioè i trionfi, per tagliare quando non si ha da rispondere al seme giocato. Perdere o conquistare una carta può stravolgere il risultato finale. Coprirsi il Matto, salvare il Bégato, rompere Criccone, strisciar trionfi, far Sequenza e scavezzare la Grande, sono le frasi ricorrenti quando si pratica il Tarocchino.

Per approfondimenti sulla storia dei tarocchi:

Andrea Vitali, Terry Zanetti, ll tarocchino di Bologna, storia, iconografia, divinazione dal XV al XX secolo. Bologna, Martina, 2005

Andrea Vitali, Terry Zanetti, I tarocchi, storia arte magia dal XV al XX. Secolo. Faenza, Le Tarot, stampa 2006

Tarocchi, arte e magia; a cura di G. Berti, A. Vitali. Faenza, Le Tarot, 1994

www.letarot.it

I tarocchi e le carte da gioco in mostra sono state donate dalla famiglia di Angela Berti alla biblioteca, a seguito della sua prematura scomparsa avvenuta 10 anni fa. Angela, figlia dell’editore Walter Berti, aveva ereditato nel 2006 dal padre la casa editrice lughese Walberti assieme al collaboratore Enio Iezzi ed era una appassionata collezionista di tarocchi.

Walberti è stato un editore punto di riferimento per tanti anni per i lughesi e con le sue pubblicazioni ha permesso di conservare i ricordi e i personaggi della Lugo di un tempo.